“Corri cavallo, corri ti prego, fino a Samarcanda io ti guiderò…”.
Così cantava Vecchioni in uno dei suoi più grandi successi. Samarcanda è da sempre una città-leggenda, storico crocevia della Via della Seta, trait d’union tra Oriente e Occidente. Benvenuti in Uzbekistan, il paese più ricco di storia fra tutte le repubbliche dell’Asia centrale, una terra attraversata un tempo da mercanti, avventurieri ed esploratori, fonte di ispirazione per poeti, scrittori e musicisti e che ancora oggi riesce ad incantare per il suo ricco patrimonio architettonico e artistico.

Ripercorrendo parte della Via della Seta potrete scoprire le città più belle e meglio conservate dell’Uzbekistan come Khiva, Bukhara e Samarcanda, tra le più antiche del mondo, tutte Patrimonio dell’Umanità Unesco. Attraversando questa terra, un tempo parte degli imperi di Alessandro Magno e Gengis Khan, e seguendo le orme di Marco Polo, l’itinerario in Uzbekistan proposto da Adventure Overland ripercorre alcune tappe della spedizione Overland 18 “Le strade dell’Islam”, famoso programma televisivo in onda su Rai1.

Panoramica di Bukhara

Il viaggio ha inizio a Khiva, città-museo a cielo aperto, l’unica uzbeka racchiusa ancora nelle sue mura. La Ichan Kala, la città vecchia, è fitto insieme di minareti, madrase e moschee, tutti perfettamente conservati, che potrete visitare con una guida locale.
Percorrendo lo stepposo deserto di Kyzylkum tra dune di sabbia rossa, si raggiunge Bukhara che annovera ben 140 monumenti dichiarati Patrimonio dell’Umanità. Camminando per le sue strette vie, l’atmosfera che si respira porta lontani nel tempo, quando era uno dei principali centri commerciali della Via della Seta, importante sito culturale e scientifico. La città, inoltre, presta il nome ai tappeti tra i più rinomati e famosi in tutto il mondo: i Bukhara, appunto. Una sosta a Shakhrisabz per visitare i luoghi più interessanti della città natale di Tamerlano, per poi giungere nella maestosa Samarcanda, con la sua famosa piazza Registan, uno dei complessi architettonici più straordinari al mondo, composto da tre imponenti madrase, quella di Ulughbek, quella di Sherdor (“Madrasa dei Leoni”) e quella di Tillya-Kori, ricoperta d’oro. La giornata in questa città magnifica non può che concludersi con una visita al bazar Siab, uno dei più antichi dell’Asia centrale. Ultima tappa è la capitale uzbeka, Tashkent, il cui nome significa “fortezza di pietra”. Visitandola, ci si rende immediatamente conto delle sue origini molto antiche pur avendo un carattere prevalentemente moderno, a seguito della sua quasi totale ricostruzione dopo il terribile terremoto avvenuto nel 1966. Imperdibile è il Chorsu Bazar, enorme edificio a cupola di colore blu situato nel centro della città vecchia.

Deserto di Kyzylkum

In un tour alla scoperta di questa terra antichissima, non può mancare l’aspetto culinario. E la cucina dell’Uzbekistan ha sicuramente molto da offrire al viaggiatore in cerca di nuovi e particolari sapori. Il piatto principale è il Palov, a base di carne di montone fritta o bollita, cipolle, carote e riso, presentato in alcune varietà con uva passa, berberis, ceci e frutta. A seconda della stagione, potrete ritrovare nei piatti estivi frutta, verdure (come le rare carote gialle e il radicchio verde) e noci, mentre in inverno vengono preferiti frutta secca, conserve e verdure di stagione. Molto consumati anche i noodles e la pasta. La carne di montone rappresenta la risorsa maggiore di proteine nella cucina uzbeka; anche le pecore sono una risorsa importante, oltre che per la carne, anche per il grasso (che si usa per la cottura) e la lana. Ogni pasto viene accompagnato dal pane locale (in uzbeko “lepyoshka”), dalla tipica forma rotonda che molto spesso viene cotto in un forno tandoor (in argilla a forma di campana rovesciata) e servito con il tè, bevanda predominante nella cultura culinaria dell’Uzbekistan. I prodotti caseari uzbeki sono molto popolari nell’Asia Centrale. I più diffusi, il katyk, yogurt derivante dal latte acido, e la suzma, una sorta di cottage cheese, che possono essere gustati da soli, nelle insalate o aggiunti alle zuppe.