Le campane ad Amsterdam suonano, è mezzogiorno. Noi ci troviamo dentro quello che un tempo era uno sgabuzzino, ed oggi un museo pubblico: la casa di Anna Frank. Definirla casa è anche poco riduttivo, dato che in questo piccolo spazio ci vivevano almeno sette persone. Da fuori si sentono bambini che strillano, il rintocco delle campane e la vita che scorre: qui dentro, si respira il silenzio in cui Anna e i suoi famigliari erano costretti a vivere per non essere scoperti dalle spie tedesche. Sapevano che fuori vi era una città bella e libera, in cui regnava e regna tuttora il rispetto per ogni cultura e religione. Ed è stato grazie a quella città che Anna ha avuto la forza di sognare e sentirsi libera tra le pagine del suo diario. Un tuffo nel passato che ci fa apprezzare il magico presente di Amsterdam.

Lo sgabuzzino nascosto in cui viveva Anna Frank

Appena fuori dalla casa, si può notare la presenza di canali, vere e proprie strade d’acqua che attraversano ogni vicolo, abitate da case galleggianti: anche una di queste è diventata un museo aperto al pubblico dal 1997, la Hendrika-Maria. Una casa galleggiante con tutti i comfort di una normale dimora, con l’aggiunta della bella sensazione di vivere abbracciati al fiume. Amstel è il nome del fiume che attraversa la città, e dam significa in olandese “diga”, da qui deriva il nome della destinazione fiamminga. Tutto il centro abitato è costituito da una rete di canali lunga più di 100 km (affiancati da circa 1550 edifici monumentali), che sembra formare una grande cintura intorno ad Amsterdam. Tra i canali principali vi è il Prinsengracht, canale dei principi, in cui si trova la casa di Anna Frank e la Hendrika-Maria. Spostandosi si incontra il Keizersgracht, canale dell’imperatore: quando le temperature lo permettono il fiume si congela e vengono chiusi i condotti per adibirlo a pista di pattinaggio. Viene organizzata una gara, e chi vince si guadagna il titolo di imperatore di Amsterdam. Le case galleggianti e il canale dell’imperatore ci portano verso un altro dei tre canali principali, l’Herengracht, canale dei signori, dove si affacciano eleganti edifici di epoca patrizia.

Una facciata della casa galleggiante Hendrika-Maria

Viene spontaneo per un italiano pensare che Amsterdam sia la Venezia del Nord, un paragone che si presta bene per via della cultura e della vicinanza stretta al mare di entrambi i centri, tra i più affascinanti d’Europa. Se Venezia è attraversata da un mare di arte, così anche nella città fiamminga domina una storia che attraversa i canali da secoli. È stata da sempre una città di navigatori e commercianti, aspetto che rese gli olandesi aperti al mondo e alle nuove culture. A partire dal 1600, periodo in cui nacque la Compagnia delle Indie, per la quale alcuni paesi assegnarono il monopolio delle attività commerciali nelle rispettive colonie in Asia, Amsterdam divenne il maggior centro di importazione di spezie e mercanzie esotiche. Ciò le permise di ospitare le diverse correnti di pensiero e di dare spazio alla libertà di stampa. È dunque una città non solo libera, ma che rende liberi. I suoi canali, il suo amore per il prossimo e non solo hanno stimolato la creatività di uno dei pittori più famosi della storia: Vincent Van Gogh. Le sue opere sono state apprezzate così tanto da creare delle emozionanti escursioni turistiche alla scoperta dei 21 siti che hanno influenzato la sua arte. Ma non è tutto, al pittore è stato dedicato anche il Van Gogh Museum, all’interno del quale si trova la più grande collezione al mondo di opere dell’artista fiammingo.

Van Gogh Museum

L’apertura mentale della città europea diversa da tutte le altre a volte viene fraintesa. Ed interpretata come un eccesso di trasgressione che non lascia spazio ad una visione realistica del modo di vivere di Amsterdam. Il famoso quartiere a luci rosse De Wallen esiste davvero, come anche il commercio legale di una piccola quantità di marijuana e hashish. Ma questo non giustifica il pensare ad Amsterdam come ad una città senza freni. Il popolo fiammingo sa offrire tutto, senza ipocrisia e non si nasconde dietro a buonismi e maschere. Sta nell’intelligenza dell’ospite apprezzare le sue sfaccettature, che rappresentano un insieme di arte in tutte le sue forme. Come quella del sesso, a cui è stato dedicato un museo.