“How are you?”, “Ciao”, “Buenas tardes”, “Olà”, “Zdrowie”. Fare due passi per Rynek Główny, la piazza principale di Cracovia, è come camminare in un’enorme Babele. Giovani, rigorosamente under 35 e provenienti da tutte le parti del mondo, si incontrano seduti nei pittoreschi café che incorniciano il perimetro della piazza. Un “miracolo” che si deve in gran parte alle multinazionali che negli ultimi 15 anni si sono riversate in Polonia, soprattutto con i loro customer service, mettendo sul mercato tanti posti di lavoro (non sempre ben pagati, a dire il vero) e attraendo tantissimi ragazzi. Un’atmosfera frizzante e dinamica, un melting-pot che riporta Cracovia ad uno dei suoi momenti più splendenti, quando da città della lega anseatica era un centro fiorente di commercio e soprattutto un luogo di incontro tra culture.

 Rynek Główny e la città vecchia

E proprio qui, nella “piazza Principale”, oggi come allora, si svolge la vita della città. Al centro ecco il “Mercato dei tessuti”, oggi pieno di bancarelle, dove è possibile acquistare souvenir, oggetti artistici e gioielli in ambra. Superata questa sorta di splendida “barriera” che divide in due la piazza, su un angolo si staglia la splendida sagoma della basilica di santa Maria, con le sue due caratteristiche torri di altezza diversa. Una leggenda prova anche a spiegare il perché di questa differenza: si dice che ognuna delle due torri dovesse essere costruita da due fratelli architetti che erano divisi da una accesissima rivalità. La competizione tra i due divenne così tanto aspra che il fratello maggiore finì per uccidere il minore, la cui torre è poi rimasta incompiuta. Spinto dal rimorso, poi, il fratello maggiore si tolse la vita. Sempre la leggenda racconta che il coltello con cui avvenne l’omicidio sia quello appeso su una delle arcate del Mercato dei tessuti. Ogni giorno e ad ogni ora dalla torre più alta viene suonata da un trombettista una melodia simile al “Silenzio” che si interrompe bruscamente. Anche su questa consuetudine c’è una leggenda: secondo la tradizione quando la città stava per essere invasa dai Tartari, il trombettista che suonava per avvisare i cracoviani dell’imminente pericolo, venne trafitto da un dardo mentre dava l’allarme. E così, da allora, la melodia viene riprodotta con una brusca interruzione. Lo stile gotico della facciata è ben evidente anche all’interno della basilica, dove perdersi tra le sue atmosfere maestose e cupe è un’esperienza decisamente suggestiva. Dal lato della torre più alta della basilica, inizia Ulica Florianska, una via che ci racconta di un’altra anima bella e vivace di Cracovia, quella universitaria.

Porta Florianska

La città è infatti sede dell’Università Jagellonica, la più antica della Polonia, che attrae oltre 100 mila studenti provenienti da tutto il Paese e non solo. Da qui è un susseguirsi di locali, ostelli, pub e ristoranti brulicanti di giovani. Non è raro che si venga fermati da “butta dentro” che cercano di invitarti nel loro locale sfoggiando un inglese impeccabile. E’ davvero piacevole passeggiare e farsi avvolgere da quest’aria frizzante e dinamica. Cracovia è una donna avvenente e dall’aspetto aristocratico, ma tutt’altro che impossibile: ti regala la sua bellezza e ti fa godere della sua crescente ricchezza e modernità, grazie ad un costo della vita decisamente basso. Mangiare, bere, uscire costa davvero poco, se si considera tutto ciò che questa città è in grado di offrire. Soprattutto il turista europeo, può sfruttare il cambio conveniente dell’Euro con lo Zloty (il rapporto con la moneta locale è più o meno di 1 a 4) e riuscire a vivere a 360° la visita in questa città senza preoccuparsi troppo del portafoglio. Per bere quattro drink in un locale di una via centrale come Florianska, ad esempio, possono bastare 40 Zloty, appena 9,50 Euro. Proseguiamo il nostro tour fino al termine della via e arriviamo a porta Florianska (porta San Floriano), l’unica rimasta ancora in piedi tra le tante che si aprivano nella cinta muraria medievale della città. Qui non è raro sentire la musica degli artisti di strada allietare i passanti. Subito dopo troviamo il Barbacane, una struttura difensiva che serviva di rinforzo alla cinta muraria e che venne costruita nel 1498.

Il Barbacane

L’edificio si presenta in mattoni rossi ed è di forma circolare, disseminato di feritoie e dotato di ben sette torrette. Oggi è un luogo di ritrovo suggestivo, dove nella bella stagione vengono anche realizzati concerti. Risaliamo Ulica Florianska verso il centro e attraversiamo la piazza del Mercato, questa volta dirigendoci verso sud ed entriamo ad Ulica Grodzka, forse la via più elegante della città vecchia. Un viale che storicamente possiede una grande importanza, evidenziata anche dalla bellezza dei palazzi nobiliari e degli edifici che vi si affacciano. Oggi è sicuramente una delle zone più turistiche della città, dove non si contano le carrozze trainate dai cavalli, i negozi di souvenir e le bancarelle di pretzel (a proposito, per gustarne uno bastano 1,60 Zloty). E poi gli artisti di strada, dai mimi ai musicisti. Impossibile non farsi trascinare da questa atmosfera rilassata, decisamente “vacanziera”. Lungo la via incrociamo più volte il viso bonario e rassicurante di Giovanni Paolo II, un vero e proprio eroe nazionale da queste parti. La sua vita è strettamente legata a Cracovia. Karol Wojtyla, infatti, nasce e passa la sua infanzia a Wadowice, a pochi chilometri dalla città. A Cracovia poi si è stabilito per studiare e lavorare. Qui è diventato prete, poi arcivescovo e sempre dalle rive della Vistola ha intrapreso la lunga strada che lo ha portato a diventare Papa nel 1978. Il suo ruolo fondamentale nella caduta del regime comunista polacco ne ha fatto, nell’immaginario popolare, una figura più vicina ad un leader politico che a quella di un capo religioso. Chissà quante volte il papa polacco, ormai diventato santo, ha percorso le vie che ora visitiamo. Con questa suggestione in mente, arriviamo quasi alla fine di Ulica Grodzka e rimaniamo sorpresi dalla vista della splendida facciata della chiesa dei santi Pietro e Paolo. Venne realizzata fra il 1597 e il 1635 per i gesuiti su un progetto di architetti italiani che si erano ispirati alla chiesa del Gesù di Vignola e la chiesa di S. Andrea della Valle a Roma. In una piazzetta proprio davanti alla chiesa, un gruppo di studenti d’arte, armato di fogli e matite, si esercita scrutando questo capolavoro che rappresenta il primo esempio di barocco in Polonia.

La chiesa dei santi Pietro e Paolo

La collina del Wawel

Poco più avanti, proprio al termine di Ulica Grodzka, si apre davanti a noi la suggestiva vista della collina del Wawel, un luogo dai significati simbolici molto forti per il popolo polacco. Qui sorgono il Castello reale e la Cattedrale, mostrando anche fisicamente quanto sia stato forte il connubio tra potere politico e religioso nella storia di questo paese. Il castello fu la residenza dei re e il luogo da dove si governò la Polonia dalla metà dell’anno 1000, fino alle porte del 1600, mentre nella Cattedrale vennero incoronati e sepolti i sovrani. Nel castello è possibile visitare alcune delle oltre 70 sale che lo compongono, come la sala dei Senatori, dove avvenivano le sedute del Senato, la sala Poselska, con il suo caratteristico soffitto a cassettoni, e l’Armeria del castello. Nella cattedrale, invece, realizzata quasi tutta in stile gotico, si possono ammirare ben 18 cappelle, tra le quali la più bella e importante è quella di Sigismondo, la cui cupola esternamente è ricoperta da una lamina d’oro. Nella cripta troviamo le tombe di tanti sovrani che hanno governato il paese, ma anche di importanti personaggi storici e della cultura polacca, come gli scrittori Adam Mickiewicz e Juliusz Słowacki, il re Kazimierz Wielki, il generale Tadeusz Kościuszko e il generale Józef Piłsudski. Qui vengono anche conservate le spoglie del presidente della Repubblica polacca Lech Kaczyński e della moglie Maria, morti in un terribile incidente aereo insieme ad altre importanti cariche dello Stato nell’aprile del 2010.

Gli edifici sulla collina del Wawel

Cracovia sia per la presenza di questo luogo, così fortemente legato alla storia della nazione polacca, sia per il suo passato da ex capitale e per la sua profonda anima culturale, è sempre stata una città invisa agli occupanti di turno, non ultimi nazisti e sovietici. A volte hanno tentato di distruggerla e marginalizzarla, altre di inglobarla nelle nuove logiche di potere. Ma Cracovia ha resistito ed ha sempre conservato il suo spirito originario. Quando si sale sul tetto della torre della Cattedrale per ammirare la splendida campana dedicata al re Sigismondo I di Polonia, si può godere di un suggestivo panorama sulla città che ben mostra come Cracovia stia vivendo un periodo di grandi mutamenti. Per capire la sua crescita economica, infatti, non c’è bisogno di spulciare i dati sul Pil, basta vederla dall’alto: in lontananza si scorgono le sagome dei moderni edifici delle multinazionali, i vecchi palazzi sovietici in fase di ristrutturazione, il traffico frenetico (già, anche Cracovia è caotica) e i grandi viali che si rifanno il look. Passeggiamo per il curatissimo giardino interno del Wawel, per poi uscire nel belvedere che ci apre la visione sulla Vistola. Il colpo d’occhio è davvero notevole. Parallelamente alle rive corrono dei sentieri impreziositi da un bel prato verde e alcuni uomini indaffarati montano i chioschi in vista della bella stagione. Un battello lentamente solca nel mezzo le acque della Vistola. Guardando verso sud, si scorge nitidamente un’altra zona caratteristica di Cracovia, Kazimierz, il quartiere ebraico.

La Vistola fotografata dal Wawel

Kazimierz, il quartiere ebraico

Gli occhi increduli di Liam Neeson che osserva la furia dei nazisti mentre sgomberano il quartiere ebraico di Cracovia, è una delle scene simbolo del capolavoro di Steven Spielberg, Schindler’s List. Qui a Kazimierz (il cui nome deriva dal nome del suo fondatore, re Casimiro il Grande) vennero girate diverse scene che raccontano della liquidazione finale del ghetto ebraico del 13-14 marzo 1943. In realtà in quel periodo la maggior parte degli ebrei cracoviani era stata letteralmente stipata nel vicino quartiere di Podgórze. In quel tragico evento la comunità semitica che contava 65 mila individui si ridusse a 6 mila, mentre oggi sono appena 300 gli ebrei che vivono qui. Camminare tra questi vicoli, dove poco più di 70 anni fa gli ebrei vennero violentemente deportati, privati dei loro averi e anche uccisi, fa un certo effetto. Oggi il quartiere si è lasciato alle spalle il passato e vive di una nuova vita: ora è il centro della movida universitaria della città. Non si contano i café, i locali e i ristoranti, spesso ricavati negli ambienti delle antiche abitazioni o nelle cantine. Tanti anche i locali di stile decisamente “alternativo”, dove i ragazzi si incontrano per socializzare o anche per una semplice pausa dagli studi. La notte, poi, il quartiere brulica di giovani in cerca di divertimento nelle tante discoteche o nei pub con gli immancabili concerti di musica live. Nonostante nel tempo Kazimierz abbia profondamente mutato i suoi connotati, mantiene ancora forti le sue radici culturali di antico centro di una delle comunità ebraiche più importanti d’Europa. Passeggiando per il dedalo di vicoli in pietra, si vedono le facciate delle case dove compare la stella di David o le scritte in yiddish, insieme tantissime sinagoghe, come la Vecchia Sinagoga (Sinagoga Stara), la più antica della Polonia. Questo tempio religioso ospita anche il museo Giudaico ed una sezione del museo storico di Cracovia, dedicata alla storia degli ebrei della città. Vicino ad un’altra sinagoga, quella di Remuh, c’è un antico cimitero dove sono conservate molte tombe monumentali in stile ebraico, dove riposano le spoglie di alcuni importanti ebrei cracoviani. Un giro tra queste vie dal fascino decadente, così distanti dalla bellezza aristocratica della città vecchia, non può non prevedere la visita al mercato ebraico di Plac Nowy, dove è possibile anche assaggiare la zapiekanka, una sorta di mega bruschetta condita con prosciutto cotto, funghi o altri condimenti e arricchita con delle salse.

Il tour tra queste vie potrebbe essere anche l’occasione giusta per assaggiare un altro prodotto tipico polacco, la vodka. Tra gli innumerevoli locali avrete la possibilità di gustare i tipi più diversi, da quelle più “pure”, a quelle aromatizzate alla nocciola o con aromi particolari, come la mela cotogna. Un assaggio diversificato è fondamentale per portare a casa il souvenir giusto. Ma attenzione a non esagerare!

Seduti in uno dei tanti locali di Kazimierz, osserviamo un gruppetto di ragazzi di diverse nazionalità che scherzano e conversano in inglese. Lasciamo la città così come l’abbiamo conosciuta. In una sola immagine ecco riassunta tutta l’anima di Cracovia: giovane, internazionale, aperta. L’ultimo ricordo che ci restituisce la città, lascia le stesse sensazioni che ci ha suscitato al primo incontro. La speranza è che non cambi mai.